Disturbo Paranoide di Personalità

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Disturbi di Personalità

Disturbo Paranoide di Personalità

 

  1. Che cos’è il disturbo

Il Disturbo Paranoide di Personalità è un disturbo di personalità caratterizzato principalmente da un quadro pervasivo di diffidenza e sospettosità nei confronti degli altri (le cui intenzioni sono interpretate malevolmente), che compare entro la prima età adulta e si manifesta in una varietà di contesti con la presenza di almeno quattro dei seguenti sintomi:

 

  • sensazione o aspettativa immotivata di essere sfruttato, danneggiato o ingannato dagli altri
  • dubbio non giustificato della lealtà o affidabilità di amici e colleghi
  • riluttanza a confidarsi con gli altri a causa del timore ingiustificato che le informazioni possano essere usate contro di lui
  • tendenza a rintracciare significati nascosti umilianti o minacciosi in eventi neutri o benevoli
  • tendenza a serbare rancore ed a non perdonare insulti ed offese ricevuti
  • percezione delle critiche come attacchi al proprio ruolo e/o reputazione, associata alla tendenza a reagire con rabbia e contrattaccare prontamente
  • dubbi frequenti e ingiustificati della fedeltà del coniuge o del partner sessuale

 

Il Disturbo Paranoide di Personalità è fondamentalmente caratterizzato dalla tendenza, persistente ed ingiustificata, a percepire e interpretare le intenzioni, le parole ed i comportamenti degli altri come malevoli, umilianti o minacciosi: il mondo viene vissuto come ostile e guardato sempre, nei contesti più vari, con diffidenza e sospettosità, con la conseguente ed obbligatoria scelta di uno stile di vita solitario.

Sfiducia e sospettosità portano le persone che soffrono di questo disturbo ad avere un atteggiamento ipervigilante (ricercano segnali di minaccia, di falsità e significati nascosti nelle parole e nelle azioni altrui), ad agire in modo cauto e guardingo, ad apparire fredde e prive di sentimenti. Questi soggetti sono, inoltre, eccessivamente permalosi, polemici, ostinati e sempre pronti a reagire quando credono di essere criticati o maltrattati.

 

  1. Come si manifesta

La sensazione prevalente, praticamente costante, nelle persone che presentano il Disturbo Paranoide di Personalità, è quella di minaccia, pericolo, aggressione. Ne conseguono uno stato di allerta e di tensione fisica intensi e insopportabili. Tipicamente le persone con questo disturbo presentano pensieri del tipo: “Non si può mai abbassare la guardia!”, “Appena ti rilassi sono pronti a fregarti!”. A volte la sensazione interna assume una diversa sfumatura, quella della derisione, e gli altri, più che pericolosi, sono percepiti come sprezzanti o provocatori. La reazione emotiva e, quindi, il conseguente comportamento variano: quando la convinzione è di essere ingiustamente vittime di un mondo ostile e umiliante prevarranno rabbia, risentimento o irritazione e la tendenza sarà quella di reagire attaccando e aggredendo; quando, invece, la sensazione che si vive è quella dolorosa di essere esclusi, in quanto non voluti, di essere emarginati dal gruppo, prevarranno ansia, tristezza, senso di solitudine e astenia, con la conseguente tendenza ad isolarsi, a ritirarsi dal mondo.
Gli individui con questo disturbo possono essere anche morbosamente gelosi e sospettare, senza reali motivi, che il coniuge o il partner sia infedele.

Questi soggetti presentano, inoltre, due importanti difficoltà che si rinforzano reciprocamente.

La prima è rappresentata dall’incapacità di porsi nella prospettiva dell’altro, di distinguere il proprio punto di vista da quello altrui; la seconda è la difficoltà a distinguere tra mondo esterno (realtà obiettiva) e mondo interiore (proprie sensazioni e idee): la sensazione pervasiva di minaccia, ad esempio, non viene mai considerata come un vissuto soggettivo, una fantasia o un’ipotesi, ma come un dato di realtà assoluto e certo.

Spesso le persone con questo disturbo sentono di non avere capacità sufficienti per gestire determinate situazioni e provano quindi un senso di costrizione da parte del mondo esterno rispetto alle loro scelte.

 

  1. Come riconoscerlo

Chi soffre di questo disturbo è, o spesso gli dicono di essere, eccessivamente permaloso o geloso e soprattutto sempre sospettoso, sul “chi va là”. Gli altri non ispirano quasi mai fiducia. La persona con disturbo paranoide, infatti, pensa che c’è sempre “sotto c’è una fregatura” e si aspetta di essere in qualche modo danneggiato, sfruttato o umiliato. In genere preferisce limitare i contatti con gli altri e tende ad isolarsi e a condurre, anche se con sofferenza, uno stile di vita solitario.

Può alternare dei periodi in cui prevale l’ansia e la tensione, a periodi più rabbiosi e rancorosi o anche stati di depressione e abbattimento; quello che è certo è che non conduce una vita serena, ma prevale comunque uno stato di sofferenza ed una generale difficoltà a “vivere bene nel mondo, con gli altri”.

Alcuni di questi sintomi, tuttavia, si possono ritrovare anche in altre patologie (ad es. spesso nel disturbo paranoide troviamo sintomi ansiosi e/o depressivi che potrebbero far pensare a disturbi d’ansia o a un disturbo dell’umore); è quindi necessario rivolgersi a professionisti competenti che possano fare una diagnosi seria ed accurata.

 

  1. Quali sono le conseguenze

Diffidenza e sospettosità portano il soggetto ad avere atteggiamenti e comportamenti che causano numerosi problemi. La modalità di interazione spesso controllante, aggressiva e sospettosa, ad esempio, non incoraggia certo gli altri ad approcci gentili e amichevoli, ma al contrario, suscita nelle altre persone proprio il comportamento ostile o l’allontanamento temuti dal soggetto paranoico: in tal modo alla persona con questo disturbo si conferma la “correttezza dell’approccio paranoide alla vita”, con il risultato che le relazioni saranno sempre vissute con stati d’animo spiacevoli (ansia, rancore, umore irritabile, ostilità).

Nel tempo il Disturbo Paranoide di Personalità può causare problemi lavorativi, coniugali, relazionali e, in alcuni casi, può portare ad un isolamento che rafforza e aggrava il disturbo stesso, al punto da determinare una compromissione del rapporto con la realtà.