Disturbo Narcisistico di Personalità

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Disturbi di Personalità

Disturbo Narcisistico di Personalità

 

  1. Che cos’è il disturbo

Il Disturbo Narcisistico di Personalità è un disturbo di personalità caratterizzato da un quadro pervasivo di grandiosità (nella fantasia o nel comportamento), necessità di ammirazione e mancanza di empatia che compare entro la prima età adulta e si manifesta in una varietà di contesti con la presenza di almeno cinque dei seguenti sintomi:

 

  • senso grandioso di importanza
  • assorbimento in fantasie di illimitati successo, potere, fascino, bellezza e amore ideale
  • idea di essere speciale e unico, di dover frequentare e poter essere capito solo da persone (o istituzioni) speciali o di classe elevata
  • richiede eccessiva ammirazione
  • sensazione che tutto gli sia dovuto (irragionevole aspettativa di trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative)
  • sfruttamento interpersonale (si approfitta degli altri per i propri scopi)
  • mancanza di empatia (è incapace di riconoscere o di identificarsi con i sentimenti e le necessità degli altri)
  • tendenza ad essere invidioso degli altri o a credere che gli altri siano invidiosi
  • atteggiamenti o comportamenti arroganti e presuntuosi

 

La caratteristica principale del disturbo narcisistico di personalità consiste nella tendenza a reagire difensivamente quando la persona sente una ferita al proprio valore. Come reazione è facile che la persona adotti atteggiamenti superbi, arroganti, che disprezzi gli altri e li ritenga le cause dei suoi problemi.

Gli individui che presentano tale disturbo ritengono di essere persone speciali ed uniche. Si aspettano di ricevere approvazioni e lodiper le proprie qualità superiori, rimanendo sconcertati quando non ottengono i riconoscimenti che pensano di meritare e presentando spesso la tendenza a rimuginare circa tale mancanza da parte dell’altro. Unitamente a questo, si riscontra in essi la tendenza a reagire alle critiche sperimentando da una parte rabbia, dall’altra vergogna.
In virtù del valore personale che ritengono di possedere, tali individui presumono di dover frequentare e di poter essere capiti soltanto da persone speciali, prestigiose o di elevata condizione sociale o intellettuale, a partire dalla considerazione che le loro necessità siano al di fuori della comprensione e della competenza delle persone ordinarie.

Richiedono un’eccessiva ammirazione da parte dell’ambiente. Presentano l’aspettativa che tutto sia loro dovuto e che, per effetto del loro essere persone speciali e superiori, debbano ottenere trattamenti di favore, nonché la soddisfazione immediata delle loro priorità, a cui si attendono che gli altri necessariamente si sottomettano; quando questo non si verifica, diventano furiosi e sprezzanti.
Tale senso di diritto, unitamente alla mancanza di sensibilità per i desideri e per le esigenze altrui, sfociano spesso nella tendenza allo sfruttamento ed alla manipolazione interpersonale: gli individui che presentano un disturbo narcisistico di personalità, infatti, tendono a formare amicizie o relazioni sentimentali esclusivamente se hanno la certezza che l’altro possa favorire la soddisfazione dei propri scopi (primo tra tutti rinforzare e potenziare la stima di sé ed il valore personale); si aspettano, inoltre, enorme disponibilità e dedizione da parte degli altri, fino ad abusarne, senza alcun riguardo per le conseguenze. Parallelamente a questo, l’altro viene idealizzato fino a che soddisfa il bisogno di ammirazione e di gratificazione, per poi essere anche aspramente svalutato nel momento in cui non svolge più tale funzione.

Tali individui generalmente mancano di empatia, dimostrandosi incapaci di riconoscere i sentimenti ed i bisogni degli altri, nonché di identificarsi in essi. Quando l’esperienza soggettiva dell’altro viene colta, generalmente essa è concepita in modo denigratorio, come segno di debolezza e di scarso valore personale.

Nelle relazioni tendono a mostrarsi emotivamente freddi e distaccati, nonché incuranti del dolore che generano nell’altro a causa delle loro osservazioni e considerazioni, il più delle volte espresse con toni altezzosi e sprezzanti. Il distacco si accentua quando sentono gli altri bisognosi o che si rivolgono a loro per chiedere aiuto.

Infine, sono spesso assorti in fantasie di elevato successo, potere, fascino, bellezza o amore ideale; sono invidiosi degli altri o convinti che gli altri siano invidiosi di loro. Generalmente tendono ad invidiare agli altri successi e proprietà, ritenendo di meritare più di loro i risultati che hanno raggiunti o i privilegi di cui godono; in questo senso, tendono a svalutare il contributo degli altri ogniqualvolta questi ultimi ottengono riconoscimenti o apprezzamento per il loro operato.

 

  1. Come si manifesta

Il più delle volte gli individui che presentano un disturbo narcisistico di personalità chiedono un aiuto specialistico nel momento in cui sviluppano stati depressivi che non sono più in grado di sostenere. I fattori scatenanti di tale depressione sono tendenzialmente costituiti da relazioni problematiche o dalla rottura di esse, da mancati riconoscimenti nell’ambito della sfera professionale, da un senso di insoddisfazione per la propria vita, da perdite o insuccessi che sminuiscono il senso di grandiosità, generando da una parte sconforto, sconfitta e fallimento, dall’altra vergogna ed umiliazione. Alla base della depressione narcisistica si evidenzia la percezione di una profonda discrepanza tra le aspettative idealizzate e la realtà; il pensiero si focalizza sugli ideali insoddisfatti e sulle aspettative grandiose deluse, nonché sui limiti dell’ambiente circostante nel sostenere e favorire la realizzazione di quanto atteso. Tale condizione produce un senso di disperazione, legato da una parte alla conclusione che “le cose non vanno mai realmente bene ed i sogni non si avvereranno mai”, dall’altra all’esclusione dai contatti sociali, al fine di non esporsi a giudizi negativi circa la propria condizione di sofferenza.

Accanto a tali stati depressivi, si è rilevata l’esistenza di altri quadri sintomatologici o problematiche comportamentali che possono indurre gli individui con disturbo narcisistico di personalità a chiedere aiuto: ansia sociale, ipocondria o abuso di sostanze psicoattive ed alcool.
L’ipersensibilità al giudizio, prevalentemente nella forma di un’elevata preoccupazione per presunti difetti nell’immagine e nelle prestazioni, può diventare manifesta nelle situazioni di ansia sociale, trovando la sua massima espressione nel momento in cui tali individui ricercano l’attenzione dell’ambiente e, nello stesso tempo, ne temono la disapprovazione.

Nell’ipocondria, la focalizzazione sulla cura del proprio corpo fornisce una modalità socialmente accettabile per poter concentrare le attenzioni ed il tempo su se stessi, ottenendo la comprensione e la considerazione dell’ambiente; nello stesso tempo, la vulnerabilità o le limitazioni fisiche possono costituire una giustificazione al fallimento delle aspettative grandiose.

L’abuso di sostanze psicoattive e di alcool, infine,genera un profondo senso di sollievo dal disagio personale; allo stesso modo, il ricorso ad esse consente il raggiungimento di stati di grandiosità e di potere. In linea generale, la convinzione di possedere abilità eccezionali serve a tali individui per evitare di ammettere la loro dipendenza dalla droga o dall’alcool, inducendoli a credere di essere in grado di sfuggire gli effetti negativi della dipendenza stessa, interrompendone l’uso quando lo desiderano.
In alcuni casi i soggetti che presentano un disturbo narcisistico di personalità possono intraprendere un trattamento psicoterapeutico a partire da uno stato di profonda rabbia, che talvolta assume la forma di maltrattamenti ed aggressioni, sia verbali che fisiche, nei confronti dell’altro, percepito come invalidante. Tale condizione risulta legata a tendenze paranoidi, che vengono espresse attraverso la convinzione “io contro il mondo”, a partire dalla valutazione che gli altri, invidiosi della loro superiorità, sono intenzionati a danneggiarli, sminuendoli o disprezzandoli, andando così a minacciare la loro autostima ed il loro valore personale. In tali circostanze, la tendenza di tali individui è da una parte quella di attribuire agli altri la responsabilità dei propri insuccessi, dall’altra quella di mettere in atto comportamenti compulsivi, (ex. sedurre, iperlavorare) al fine di consolidare la propria superiorità ed il proprio potere.

Nonostante il livello di sofferenza sperimentata da tali individui sia spesso notevolmente elevato, la convinzione che “chi sta male è debole e chi è debole è giudicato negativamente e sottomesso” impedisce loro di chiedere aiuto e di manifestare apertamente il proprio disagio, con la conseguenza di indurli ad assumere atteggiamenti caratterizzati da un profondo distacco nei confronti delle problematiche riportate. Su tale aspetto incide anche la difficoltà, peculiare in chi soffre di disturbo narcisistico di personalità, ad accedere ai propri stati interni, identificando e riconoscendo le proprie emozioni, bisogni e desideri; il discorso del narcisista è spesso astratto e teorico, poco centrato sulla narrazione di episodi di vita..

Quando gli individui con disturbo narcisistico di personalità sono in tale stato, sperimentano un profondo senso di vuoto, all’interno del quale l’esperienza emotiva risulta spenta ed i contatti relazionali evitati. Si tratta di una condizione che non è descritta come sgradevole; al contrario, tali individui dimorano a lungo in questo stato nel quale, “chiusi nel bozzolo” ed “intoccabili”
L’autostima e l’immagine di sé risultano centrali negli individui che presentano un disturbo narcisistico di personalità: essi hanno una percezione di sé esageratamente positiva; tuttavia, dietro una facciata altezzosa, nascondono un senso di debolezza e di inadeguatezza, nonché una bassa stima di sé, che viene “smascherata” ogni volta che l’ambiente non fornisce l’ammirazione e l’approvazione attese. Quando però accedono alla percezione della propria difficoltà o debolezza non si aspettano di essere aiutati – e quindi a fatica chiedono una psicoterapia – ma di essere sottomessi. Tendono invece all’autosufficienza all’isolamento protettivo.

 

 

  1. Come riconoscerlo

Molte persone possono presentare tratti di personalità narcisistica tuttavia, soltanto quando tali tratti risultano inflessibili, persistenti e maladattivi, causando una consistente compromissione del funzionamento della persona ed una significativa sofferenza soggettiva, allora essi configurano un disturbo narcisistico di personalità.

I principali “segni” di un disturbo narcisistico di personalità sono: il fatto di ritenere che la gente non apprezzi le proprie doti elevate e le proprie qualità speciali; l’idea che nella propria vita i conti non tornano (ex. pensare di aver avuto meno successo di quello che ci si aspettava;  provare un senso di vuoto, apatia e noia nonostante le realizzazioni personali); il fatto di considerare estremamente importante ricevere l’attenzione e l’ammirazione di altre persone (soprattutto di alcune considerate particolarmente significative per questioni di valore e/o amabilità); il fatto di credere che tutto sia dovuto, per cui la persona pretende di ricevere trattamenti di favore o si aspetta la necessaria e immediata soddisfazione delle proprie richieste; la tendenza a nascondere le proprie difficoltà; il fatto disentire un senso di distanza nelle relazioni affettive o di dare loro poca importanza o di ritenere il partner una figura accessoria nella propria esistenza; il fatto di ostentare comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi; la sensazione ricorrente di non essere compresi dagli altri o di poter essere compresi solo da persone ritenute “speciali”.

 

 

  1. Quali sono le conseguenze

Gli individui che presentano un disturbo narcisistico di personalità manifestano una rilevante compromissione della vita lavorativa, sociale ed affettiva.

Da un punto di vista relazionale, la vulnerabilità dell’autostima li rende notevolmente sensibili ai giudizi negativi: sebbene spesso possano non dimostrarlo esternamente, di fatto tendono a viverli come vere e proprie umiliazioni, fonte per loro di profondo avvilimento e sconforto. Possono, alle volte, reagire alle critiche con sdegno e rabbia, contrattaccando con insolenza; a volte l’esperienza della disapprovazione può condurli all’evitamento o al ritiro sociale, a partire da vissuti di inadeguatezza e di vergogna. Se contraccambiano un favore o rispondono ad un obbligo morale, generalmente sono spinti a farlo per ricevere ammirazione, piuttosto che per motivi di riguardo nei confronti del destinatario del loro gesto.

Da un punto di vista lavorativo, sebbene l’elevata ambizione possa condurre tali individui a risultati significativi, l’intolleranza alle critiche tende a compromettere gravemente la loro performance. In questo senso, il funzionamento professionale o, più in generale, il rendimento nelle varie prestazioni, può risultare piuttosto modesto a causa della riluttanza di tali individui ad accettare il rischio in situazioni nelle quali è possibile un fallimento o una sconfitta o devono negoziare i loro scopi con i colleghi.

Infine, da un punto di vista affettivo, l’eccessiva richiesta di ammirazione, unitamente all’assunzione di atteggiamenti arroganti da una parte, noncuranti e distaccati dall’altra, compromettono enormemente la qualità delle relazioni stabilite. In generale l’area delle relazioni affettive è molto compromessa in questo disturbo: le relazioni sono poco piacevoli per la persona stessa e questo può essere causa di intensa sofferenza per il partner.